Edicole sacre in Fassa Le edicole sacre, in ladino chiamate “capitiè”, sono uno dei segni più vistosi, insieme alle croci lignee, del profondo sentimento religioso che animava i nostri antenati. Esse richiamano nella forma a tempierto gli antichi altarini che già i Romani usavano costruire all’interno delle case in onore dei Lares Famliares o ai crocicchi campestri per i Lares Familiares, nella meno consueta foggia a “tronco d’albero” o “Stokbilkd”, esse si rifanno a religioni naturalistiche ancora più antiche che veneravano le piante quali simboli della natura deificata. Benchè il retaggio sia antichissimo, tuttavia in concreto questi piccoli edifici, espressione della diffusa e talvolta ingenua pietà popolare, non sono quasi mai antichi, non risalendo, i più vetusti, che al 1500. Nel corso dei secoli, fermo restando il luogo, questi tempietti possono aver subito numerosissimi rifacimenti legati ad accadimenti particolari, a voti da sciogliere, a grazie ricevute o da impetrare; furono comunque molto amati, abbelliti quando c’era la possibilità, rispettati e curati sempre. Solo in quest’ultimo secolo essi hanno subito dapprima un certo decadimento, considerati un’espressione di una fede troppo ingenua, artisticamente poco validi e popolareschi, fino a subire, in alcuni casi, l’oltraggio di furti e vandalismi. Un rinnovato rispetto per il passato, la rivalutazione dell’arte povera e popolare, un radicato e più diffuso orgoglio e sentimento di appartenenza e identità ladina, ha portato tra l’altro, a riscoprire e riamare le tante dimenticate edicole sacre. Questa piccola rassegna vuole essere un invito ulteriore alla loro riscoperta e rivalutazione, da parte della gente di quassù, ma soprattutto dei nostri numerosi ospiti (mps). |