Giovanni Battista Pettena Scultore Giovanni Battista Pettena Di Moena (1828-1905) Una delle più belle chiese delle valli dolomitiche è certamente quella di Moena col suo leggiadro campanile gotico che si erge armonicamente frà le guglie alpine circostanti. La chiesa primitiva, consacrata nel 1164 dal vescovo Adalpreto, fu più vote ingrandita, tanto nel 1821 che ultimamente negli anni 1926-1931 per cura dell’infaticabile don Giovanni Iori. Quest’ ultimo ingrandimento riusci’ poco favorevole all’aspetto esterno della chiesa. Infatti e sempre difficile ampliare un edificio originariamente proporzionato nelle sue misure. Nell’interno però fu conservato con la massima cura tutto ciò che era di valore artistico, come il magnifico affresco sulla volta della cappella del Carmine e alcune pregevoli tele del noto pittore Valentino Rovisi. Si conservano pure alcuni antichi altari intagliati in legno, dorati e ornati di interessanti statue. Fra il decoro plastico dell’ interno il massimo pregio e dovuto alle due statue in grandezza naturale raffiguranti i principi degli apostoli S. Pietro e S. Paolo . L’autore di questi capolavori di scultura e Giovan Battista Pettena di Moena che li esegui’ all’accademia di Venezia nel 1855. Si parla oggi molto della facoltà inventiva e dell’espressione che deve rivelarsi in una buona scultura. Osservando le due statue da questo punto di vista, si deve indubbiamente riconoscere loro alti valori artistici. Il S. Pietro tiene la mano destra alzata nell’atto di docente di Verità e il volto esprime serietà e dolcezza; non vediamo rappresentato il semplice pescatore di Betsaida , ma il primo banditore di vangelo, il Principe degli Apostoli: una testa piena di nobiltà. Diversa e la testa di S. Paolo. L’energetico movimento verso destra e lo zelo che si esprime nel volto ci rivelano il grande Apostolo combattente per la verità di Cristo. Come a Leonardo da Vinci fu difficile trovare che gli potesse servire di modello per le teste di Cristo e di Giuda nella sua (cena) cosi’ il nostro scultore trovò stento un modello adatto per la testa del suo S. Paolo come L’aveva ideata. Per ben 3 giorni il Pettena attese sul ponte del Rialto, osservando attentamente migliaia di uomini che vi passavano. Finalmente, nel pomeriggio del terzo giorno, arrivò quello che egli portava nella sua mente da tanto tempo, il quale ( mi’ segui’ volentieri nel mio studio) raccontava più tardi il vecchio Pettena. Se queste due statue, invece che nella chiesa di Moena , si trovassero in una chiesa di Venezia o di Firenze, sarebbero certamente conosciute nella storia dell’arte italiana del x|x , ed oggi sarebbero riprodotte in centinaia di fotografie e cartoline, affinché queste sculture siano conosciute da tutti gli amatori di belle arti. |