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Perché non ne vada perduta la memoria. Il legame secolare della Valle di Passa con il Santuario di Pietralba è una "memoria" che non possiamo perdere, anche se le forme e le espressioni della religiosità popolare e ufficiale sono profondamente mutate, specialmente negli ultimi decenni. Il presente volume, occasionato da una riscoperta del pittore ladino Valentino Rovisi ( 1715-1783) - riscoperta intrapresa soprattutto per la generosa iniziativa del Circolo culturale "V. Rovisi" di Moena - vuole rispolverare e richiamare alla memoria sia l'opera pittorica che il Rovisi svolse nella sacrestia di Pietralba nel periodo 1754-55, sia le forme devozionali che caratterizzarono il pellegrinaggio dei fedeli fassani nei secoli passati. Riguardo a Valentino Rovisi, si può trovare in questo volume una breve ma precisa ricostruzione storica della biografia e dell'opera completa - illustrata da numerose fotografie - del pittore settecentesco, discepolo di G. B. Tiepolo, con particolare attenzione al maestoso affresco della Lavanda dei piedi a Pietro, da lui realizzato a Pietralba, nel periodo in cui il santuario conobbe una notevole trasformazione sia edilizia che artistica. Infatti, l'anno 1753, secondo centenario delle apparizioni di Maria a Leonhard Weissensteiner, offrì l'occasione per ridare bellezza e decoro a un luogo che il popolo di lingua tedesca, ladina e italiana aveva da tempo scelto come sua sorgente di vita spirituale. Il Priore di Pietralba, p. Emilio Maria Bedont, ladino anche lui di origine, descrive nel secondo contributo del volume la devozione che il popolo ha sempre avuto per questa immagine della Madonna Addolorata. Inoltre egli offre una guida storico-spirituale alle opere artistiche contenute nel santuario, convinto che esse sono essenzialmente una Bibita Pauperum, un mezzo cioè per spiegare al popolo le verità più profonde della fede e della tradizione cristiana. Infine il giornalista di Canazei, Domenico Volcan, ricostruisce sulla base di numerose ricerche storielle, alcune delle quali inedite, il legame che nel passato ha tenuto unita la Valle di Passa al santuario di Pietralba. Un riferimento storico che si conclude con la costatazione che oggi quel legame ha mutato forme, ma non è stato comunque scalfito. E questa anche la speranza che ha ispirato tutto il lavoro di cura e redazione del presente volume, il primo della nuova Biblioteca dei Servi a Pietralba. Lino M. Pacchin bibliotecario di Pietralba
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